Tra le caratteristiche che distinguono I MILLE dai suoi competitor c’è la schiettezza: con un approccio basato sulla cultura, i professionisti dell’agenzia studiano, si preparano e al cliente dicono sempre la verità, anche se non è quello che vuole sentirsi dire.

Come trattenere e gratificare i talenti: I MILLE + Cosmico

Ormai lo sappiamo: per trattenere i talenti in azienda non bastano aumenti di stipendio e smart working. Ci vuole uno sforzo in più nella scelta dei benefit da offrire ai propri professionisti. I MILLE questo sforzo lo ha compiuto, e ha scelto di regalare ad alcuni membri dei propri team un’esperienza trasformativa, quella creata e realizzata da Cosmico. Si chiama Workspace: 10 giorni in cui, al di là del co-working e del co-living, un gruppo di professionisti che non si conoscono si trasferisce in una meta da vacanza immersa nella natura e lontana dai luoghi della quotidianità, tipo una grande casa in un’isola in mezzo all’Oceano. Si lavora da remoto, si sta insieme per creare legami umani tra colleghi e non, si gestisce il proprio tempo, si rompe la routine.

È a queste “esplorazioni spaziali” che hanno partecipato I MILLE. Due gruppi di persone si sono unite a due diverse spedizioni, e altre continueranno a unirsi alle prossime. Così, un gruppo di ragazzi e ragazze che fanno lavori creativi, innovativi, legati alla cultura digitale e alla comunicazione, si sono trovati a vivere e a lavorare insieme, ma soprattutto a stringere nuove relazioni e a contaminarsi con lo scambio di esperienze e idee. Infatti erano lì per lavorare, ma non solo: ogni giorno hanno partecipato tutti insieme ad attività come yoga, trekking sul vulcano, surf, sfide di cucina. E concepire così il lavoro non come qualcosa in concorrenza con la vita, ma come sua parte integrante.

Perché crediamo nei MILLE

Cosmico e I MILLE guardano nella stessa direzione: raccontano il cambiamento del mondo del lavoro e provano a comprenderlo e analizzarlo. Entrambi cerchiamo di farlo a partire da ciò che noi stessi, ora, stiamo mettendo in campo, dal nostro modo di cambiare. Perché anche noi siamo parte del cambiamento: vediamo un movimento in avanti, e non vorremmo soltanto seguirlo o assecondarlo. Vorremmo tentare di anticiparlo. E magari, un po’, guidarlo.